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  • vulcanomarino

IL SALMONE

Aggiornamento: 1 set 2022

...e altri pesci




Il salmone, come ben tutti sappiamo, è un animale selvaggio che nasce nelle acque fredde di fiumi e ruscelli per poi migrare nell’oceano - all’età di circa 2 anni - dove trascorre la vita adulta nutrendosi di gamberi, aringhe e calamari.


Grandissimo viaggiatore capace di percorrere migliaia di km per raggiungere le aree più ricche di cibo, arriva fino alle coste della Groenlandia e, dopo 2-3 anni di vita in questi luoghi, riprende la sua lunga migrazione per tornare al luogo natio dove deporrà le sue uova per la riproduzione e da dove ricomincerà il suo ciclo vitale.


Animale anadromo, cioè in grado di vivere in entrambi i tipi d’acqua - dolce e salata - è noto per la sua capacità di risalire le correnti dei fiumi ritrovando il corso d’acqua in cui è nato e risalendolo anche per 2.000 km.



Sono pochi i pesci in grado di cambiare habitat con pari efficacia e facilità.


Il suo è un ciclo vitale che dura anni e che necessita di complessi e drastici cambiamenti fisiologici per adattare il suo organismo al passaggio dall’acqua dolce alla salata e viceversa, ma anche per raggiungere una notevole forza fisica, necessaria per superare rapide e cascate.


Possiede grandi capacità di orientamento non ancora spiegate dalla scienza: le ipotesi parlano di possibili segnali chimici o olfattivi piuttosto che dell’influsso dei campi magnetici terrestri.


La migrazione è un fenomeno comune a diverse specie animali, ma quella del salmone è la più impressionante perché lo porta a coprire distanze incredibili fino allo sfiancamento. Durante il viaggio migratorio, infatti, non si nutre dando fondo alle proprie riserve fino a consumare persino i suoi stessi tessuti muscolari.

Difatti, quando ha raggiunto il punto d’arrivo assume un colore rosso-arancio, si esibisce in eleganti danze nuziali, la femmina depone le uova e il maschio le feconda e poi muore.



Si tratta quindi di una specie ittica davvero straordinaria e incredibile, ma purtroppo una tra le più sfruttate al mondo.


Della sua salvaguardia c’è ancora poca consapevolezza e non se ne parla a sufficienza, ma oggi è diventata essenziale.


Sono rimasti pochissimi i salmoni che riescono ancora a compiere questi grandi e straordinari viaggi perché ormai non è quasi più una specie selvaggia: pensi che quello che acquisti al supermercato o anche dal pescivendolo lo sia?

E’ sotto gli occhi di tutti l’enorme quantità di offerta sui banchi di questi esercizi perché si possa pensare si tratti di animali selvatici...

Ciò che acquisti proviene dai grandi allevamenti intensivi di questi pesci ma forse non conosci la realtà devastante di cui sono responsabili, non solo verso questi animali, ma anche nei confronti dell’ambiente e della tua stessa salute.


Mi si dirà - comprensibilmente - eh va beh! Ma basta problemi! Ma non si può mangiare più niente! Ma allora come faccio?


Vero e no.


VivereV ti mostra la realtà delle cose: sta a te comprenderle e fare le tue scelte in coscienza, scoprendo che tutto ciò che può sembrare necessario o irrinunciabile (spesso solo per la gola pero!) di fatto...non lo è perché esistono infinite alternative...


Cosa sono gli allevamenti intensivi dei salmoni - Cosa significa e cosa comporta questo sistema


Per l’elevata richiesta mondiale, la quasi totalità del salmone dell’Atlantico ormai è allevato in vasche di 30 mt. di diametro, all’interno delle quali vivono fino a 100.000 esemplari (dai dati forniti dall’attivista Don Staniford, dell’associazione scozzese “Scottish Salmon Watch”), letteralmente ammassati gli uni sugli altri.




Ovvio che le condizioni di vita per pesci abituati ad avere spazi infiniti siano insostenibili laddove si vengono a trovare in condizioni in cui possono appena nuotare uno attaccato all’altro (quando ci riescono...).

Esattamente come negli allevamenti intensivi di terra (vedi Dietro le quinte e Perché Vegan 3), il sovraffollamento favorisce diffusione di malattie e parassiti.

Nel caso dei salmoni essi vengono attaccati dai pidocchi di mare che letteralmente li mangiano vivi.



Per contrastarli vengono usate massicciamente sostanze chimiche (pensa che gli operatori stessi le erogano bardati di tute e maschere...) che vanno naturalmente nelle acque inquinandole e provocando la morte di parte dei salmoni.

Addirittura nei fondali sotto queste vasche non c’è più vita: sono fondali ormai morti.


Quasi tutto il salmone che viene consumato nel pianeta vive e muore quindi in acque sovraffollate completamente sudice, sulle quali è visibilmente presente una patina formata dagli escrementi degli stessi animali e dai residui chimici.


In particolare in Scozia, ad esempio, 600.000 salmoni nuotano in una "brodaglia" di muco ed escrementi che alimentano le mutazioni di agenti patogeni e arrivano proprio...al supermercato dove vengono acquistati.


Puoi informarti meglio di quanto VivereV potrebbe fare con tanti discorsi, dai un'occhiata per capire cos'è il salmone che arriva nei nostri supermercati e che noi stessi richiediamo:



Ma il caso del salmone non è certo l’unico: è solo uno dei tanti...


La pesca e l’allevamento intensivo - come quelli terrestri - stanno contribuendo in modo considerevole alla distruzione del pianeta: i mari e gli oceani sono ormai spopolati in maniera impressionante.

Agli animali marini viene impedito, con questo sistema di forte costrizione in sovraffollamento, di vivere secondo i propri istinti naturali ma, peggio: tanti salmoni e altri pesci muoiono prematuramente senza arrivare alla macellazione: circa il 28,2% non sopravvive al periodo di “ingrasso” a causa delle condizioni di allevamento e viene gettato in fosse (comuni discariche all’aperto).


Un’indagine pubblicata dall’organo di informazione scozzese "The Ferret" rivela che "tra i 4,4 e gli 8,9 milioni di salmoni sono stati inceneriti, sepolti o mandanti in discarica nel 2020".


Un numero così elevato di morti premature rivela che ciò è in relazione al proliferare di parassiti e malattie (che tralascio di elencare...) in questi allevamenti intensivi.


La situazione presenta rischi per la salute umana, sta provocando danni ambientali e alla biodiversità e, come sempre, sfrutta risorse e sofferenza e morte di milioni di animali.


I pesci, per essere macellati, sono presi a martellate, vengono loro strappate le branchie ancora vivi e gettati in vasche con ghiaccio dove vanno incontro ad una morte lenta per asfissia e congelamento.

Un rapporto di Compassion in World Farming (Ciwf) e OneKind, organizzazioni non governative, parla di "gravissime violazioni del benessere animale" nella quasi totalità degli allevamenti scozzesi (e non solo...).


La Scozia è tra i primi quattro produttori al mondo insieme a Norvegia, Canada e Cile.

Essi rappresentano il 96% della produzione mondiale di salmone allevato e il 50% di tutto il salmone prodotto.

Nel 2019 in questo Paese si sono prodotte quasi 200.000 tonnellate di salmone Atlantico, destinato all’esportazione.

Ma l’industria scozzese non è ancora contenta: il suo obiettivo è il raddoppio della produzione entro il 2030.

Nel periodo dal 2014 al 2020, gli allevatori scozzesi hanno ricevuto 23 milioni di euro tra fondi nazionali ed europei (quindi anche nostri).

Piccola nota: l’Italia è fra i primi 10 importatori di salmone scozzese...


La situazione riguarda comunque tutti gli allevamenti intensivi in generale, non solo quelli scozzesi e non solo quelli da salmone.

Questi tipi di allevamenti si sono moltiplicati smisuratamente e i salmoni selvatici non si stanno affatto ripopolando: quelli Atlantici sono addirittura in estinzione e quelli del Pacifico stanno gravemente calando.



Altri problemi di questi allevamenti:

- i reflui non vengono mai lavati e sono semplicemente lasciati cadere attraverso le reti.

Cosa significa? Migliaia di tonnellate di escrementi e rifiuti che si vanno a depositare nel fondale intorno agli allevamenti e che non vengono mai rimossi;

- i salmoni di allevamento sono colorati di rosa per imitare i salmoni selvatici*. Viene utilizzato il Salmo Fan per ottenere il colore della carne che il mercato (noi!!!) richiede aggiungendo il colorante nel mangime. Esiste addirittura la scala di colori o il sensore di colori come per le pitture!!!

*Ma perché? Perché noi consumatori, che ci illudiamo di acquistare un salmone selvatico, quello andiamo cercando, permettiamo questa paradossale presa in giro;

- la Norvegia ha ottenuto il consenso dell’Unione Europea (aprile 2013) per aumentare le quantità di Endosulfano nei mangimi: un antiossidante di Monsanto sospettato di essere genotossico, vietato dal 2011 per la frutta dall’Europa ma non per l’allevamento di salmoni;

- gli allevamenti intensivi non sono efficienti: per ottenere un kg di salmone ne servono almeno 5 di altri pesci. In pratica si sottrae quasi un quinto del pescato selvatico annuale mondiale, pari a circa 18 milioni di tonnellate l’anno per nutrire solo salmoni e altri pesci degli allevamenti intensivi;

-ciò contribuisce alla riduzione degli stock ittici che sta portando all’estinzione di molte specie;

- ovunque ci siano allevamenti di salmone intensivi si è registrato un calo drastico dei salmoni selvatici.


Puoi approfondire l'argomento degli allevamenti intensivi ittici anche 👉 qui


Ci sono altri tipi di strutture che praticano un allevamento "distensivo", dove i salmoni hanno possibilità di muoversi, sono alimentati con mangimi naturali, nell’acqua non sono presenti sostanze chimiche e non vengono usati coloranti e antibiotici.


Quelli con certificazione ASC (Aquaculture Stewardship Council) sono nutriti con mangimi più sostenibili, protetti da malattie con quantità minime di antibiotici e sostanze chimiche ed hanno minore impatto sull’ambiente.


Ma è quasi un pò come dire: la differenza che c’è tra le galline ovaiole di batteria e quelle allevate a terra.

Sempre di animali privi di libertà, impediti nell’espletamento del loro naturale comportamento, maltrattati e destinati a sofferenza e a morte comunque si tratta...


Diciamo che il sistema presenta comunque un grosso problema a livello etico, ambientale e di salute (animale e nostra).


Non è assolutamente necessario cibarsi di salmone (specialmente se per moda o status) nè di altri pesci.

Non è vero che non possiamo trovare fonti di Vit. B 12 e di Omega 3. Per questo leggi Perché Vegan 4).

La prima è reperibile nei prodotti a base di soia, nelle alghe spirulina e nori, nelle noci e nei cereali fortificati. Di Omega 3 sono ricchi l’olio e i semi di lino e di chia ma si trovano anche in mandorle, pinoli, pistacchi, noci pecan e brasiliane, nocciole, anacardi, semi di girasole, di zucca, vegetali a foglia verde e tofu.


Quindi, se la tua paura è una carenza alimentare...non ci sono scuse!

(Puoi trovare tutte le informazioni che vuoi in Perchè Vegan 1 - 2 - 3 - 4 e 5 e in diversi altri articoli che girellando nel blog troverai utili per cambiare vita. Ma ricorda che per farlo prima è necessario conoscere e comprendere...).


Basta con questi sfruttamenti e orrori diffusi in ogni dove per mari e per terra!

Basta con questi sacrifici inutili di animali, piante, terra, acque, aria...e nostri (pensaci bene).

Basta fare da padroni su tutto!


Non abbiamo ancora capito che non siamo padroni di niente, è solo un "diritto" che ci siamo arrogati da soli.


Riporto la stessa frase dell'articolo "I Masai", uscito in contemporanea a questo nella sezione UOMO, ma che si adatta perfettamente:

"Secondo la nostra filosofia tradizionale, la terra non appartiene a nessun individuo: appartiene ai morti, ai vivi e a coloro che non sono ancora nati"  Masai Joseph Ole Simel

e:

"Una delle condizioni per la felicità è che il legame uomo-natura non venga interrotto" Lev Tolstoj

Abbiamo scelte infinite per poter vivere leggeri su questo Pianeta e vivere leggeri noi stessi, in armonia con esso. Non possiamo ancora prorogare!


E lasciamo ciascuno libero e padrone della propria vita!



Fonti:


Dopo aver saputo tutto ciò - che forse conoscevi o forse no - dimmi cosa ne pensi lasciando un commento.




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