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DIETRO LE QUINTE

Aggiornamento: 1 set 2022

La verità nascosta



E’ un argomento complesso da trattare ma VivereV prima o poi doveva affrontarlo.


Cosa sono i grandi allevamenti intensivi che ogni giorno forniscono carni, latte e uova e cosa c’è dietro?


Il tema va sicuramente esaminato da vari punti di vista, tutti molto rilevanti ed impattanti sul Pianeta, sugli Animali e sull’Uomo.

Questo tipo di industria - quella zootecnica - è volta alla riproduzione e alla crescita di determinate specie animali destinate al consumo alimentare della popolazione, conosciuta anche come CAFO (Concentrated Animal Feeding Operation). Questa forma di allevamento del bestiame massimizza la produzione e riduce al minimo le spese e gli spazi attraverso la meccanizzazione e l’industrializzazione del tradizionale sistema di allevamento, per far fronte all’enorme aumento della richiesta dei suddetti prodotti. Per realizzare questo si è puntato sempre più sulla quantità di animali allevati a discapito della qualità e del metodo di allevamento con una produzione che permette un prodotto a costi bassi.


Ecco cosa comportano e i gli enormi danni che procurano, puoi valutare da te.


Ambiente

Aria


“Le persone possono scherzare, ma le mucche e gli altri ruminanti emettono tanto metano quanto l’industria petrolifera e del gas”. Robert Kackson, Professore presso la Stanford University School of Earth, Energy & Environmental Sciences in California, presidente del Global Carbon Project e guida per entrambi gli studi. 

I grandi allevamenti sono responsabili infatti di enormi emissioni di tale sostanza nell’atmosfera: si stima circa il 37%, ma anche di anidride carbonica, ammoniaca e protossido di azoto, derivati dal processo di digestione e dalla decomposizione del letame.

Questo tipo di allevamenti è la seconda causa delle polveri, dopo l’inquinamento provocato dal riscaldamento residenziale e commerciale.

Un numero sempre maggiore di scienziati sta dimostrando quanto siano inquinanti le industrie della zootecnica intensiva.

Secondo l’ultimo studio della rivista scientifica Nature, le emissioni annuali di gas a effetto serra sono aumentate di quasi il 10% negli ultimi due decenni, trainate da agricoltura e industria del gas. Le attività agricole legate all’allevamento e i combustibili fossili rappresentano ciascuna il 20-25% delle emissioni globali di metano.



Non esistono prove che le emissioni delle zone umide o di altre fonti naturali siano aumentate in modo sostanziale rispetto alla media del periodo 2000-2006. Ma il dato aumenta notevolmente quando si considerano le emissioni provenienti dalle attività legate all’allevamento. Queste emissioni, ormai davvero considerevoli perché legate dall’aumento del consumo sempre maggiore di carne, uova e latticini in alcune parti del mondo, sono aumentate quasi del 12%, arrivando a 227 milioni di tonnellate nel 2017.

Sempre secondo Robert Kackson:

"La CO2 è ancora il problema più urgente ma il riscaldamento derivante dal metano è il secondo fattore più rilevante. Agire in modo aggressivo sul metano può farci guadagnare tempo per affrontare la CO2 e ridurre di mezzo grado la temperatura di picco. (…) E’ più difficile ridurre le emissioni di un miliardo di bovini e di un miliardo di pecore, in un contesto in cui le scelte alimentari e la gestione del letame sono fattori determinanti"

L’allevamento del bestiame è una tra le maggiori cause delle emissioni globali di gas ad effetto serra e, per di più, è uno dei settori in rapida crescita a livello mondiale.

L’inquinamento da CO2 di cui i grandi allevamenti sono responsabili derivano - in aggiunta - anche dal disboscamento, necessario per ricavare terreno per le coltivazioni ad uso animale (ma anche di palme da olio e legname), che vengono realizzati con enormi incendi (specialmente nella Foresta Amazzonica) e che vengono perpetuati da decenni. Vedi anche I polmoni del Mondo e Un Pianeta preso a pedate. Ci vuole sempre più spazio per le colture a base di soia e mais per gli animali e questo è il modo di procedere per averlo, a solo vantaggio dei paesi ricchi. La combustione di milioni di ettari di foresta produce milioni di tonnellate di carbonio.

Inoltre, convertire i cereali in carne implica un'enorme perdita di energia, specialmente se per la conversione si utilizzano i bovini. La quantità media di combustibile fossile necessario a produrre 1 kcal di proteine dalla carne è di 25 kcal, vale a dire 11 volte tanto rispetto a quello necessario per la produzione di grano, che ammonta a 2,2 kcal circa. Il rapporto è di 57:1 per la carne di agnello, 40:1 per quella di manzo, 39:1 per le uova, 14:1 per il latte e la carne di maiale.


Acqua


Questi allevamenti inquinano anche l’acqua di superficie, le falde acquifere e il terreno a causa dei liquami prodotti da miliardi di animali.

La composizione di questi liquami (che contengono antibiotici, ormoni, antiparassitari e altri farmaci somministrati costantemente, anche se non necessari, solo per prevenzione) accelera l’eutrofizzazione dell’acqua (processo degenerativo) facendo aumentare la crescita di alghe e altre piante acquatiche. Questo provoca la diminuzione dell’ossigeno nell’acqua con la conseguente morte di molte specie di pesci e, inoltre, favorisce la proliferazione di batteri e di altri microrganismi che possono danneggiare anche la nostra salute.

Le deiezioni del bestiame contengono livelli di fosforo e azoto al di sopra della norma. Quando gli escrementi animali filtrano nei corsi d'acqua, l'azoto e il fosforo in eccesso in essi contenuto rovina la qualità dell'acqua e danneggia gli ecosistemi acquatici e le zone umide.

Circa il 70-80% dell'azoto fornito ai bovini, suini e alle galline ovaiole mediante l'alimentazione, e il 60% di quello dato ai polli "da carne" viene eliminato nelle feci e nell'urina e finisce nei corsi d'acqua.



E ancora: il consumo d'acqua è un’altra delle maggiori cause di impatto ambientale causato dall'allevamento di bestiame. L'agricoltura è massicciamente utilizzata per la produzione di mangime per gli animali. Viene utilizzato il 70% dell'acqua usata in totale nel mondo. L'acqua richiesta per produrre vari tipi di vegetali e foraggio varia dai 500 ai 2000 litri per chilo di raccolto prodotto. Direttamente il bestiame utilizza solo l'1,3% dell'acqua usata in totale in agricoltura; ma si deve prendere in considerazione anche l'acqua necessaria per la coltivazione dei cereali e del foraggio per uso animale: la quantità d'acqua richiesta aumenta quindi enormemente.

Ci sono altri studi che riportano valori ancora più alti, ad esempio Pimentel dimostra che per un chilo di carne di manzo da allevamento intensivo ci vogliono 100.000 litri d'acqua (200.000 per l'allevamento a pascolo), 500-2000 litri per i vegetali (2000 litri per 1 Kg di soia, 1910 per il riso, 1400 per il mais, 900 per il grano, 500 per le patate).

Il Pacific Institute riporta una quantità variabile da 15.000 a oltre 70.000 litri d'acqua per la produzione di 1 chilo di manzo, mentre per i vegetali per il diretto consumo umano indica un range da 500 a 2000 litri per chilo (per gli ortaggi, i cereali, i legumi e la soia).

Pur permanendo una variabilità tanto nelle stime del consumo d’acqua che nelle modalità di coltivazione è comunque evidente ed incontestabile il fatto che la produzione di cibo animale per il consumo umano richieda da 3 a 50 volte la quantità d’acqua necessaria alla produzione di cibo vegetale per la diretta alimentazione umana. Tenendo conto delle variabili (specie animali, sistemi di allevamento, metodi di coltivazione dei mangimi) i cibi di origine animale richiedono mediamente acqua 10 volte di più rispetto ai cibi vegetali.


VivereV desidera informarti: non pensare che questo aumento di consumo d’acqua sia da attribuire alla crescente domanda di prodotti veg, come il latte di soia o il tofu, ecc. perchè oltre il 70% della soia prodotta a livello globale è destinata agli allevamenti intensivi come mangime per gli animali. Solo il 7% viene consumata dall’uomo, mentre il 12% è impiegata come biocarburante.


Suolo

Per allevare miliardi di animali ogni anno (tra bovini, suini, ovini e pollame) si necessita di enormi territori per le vaste coltivazioni ad uso alimentare degli stessi animali (maggiormente soia e mais OGM), che sono stati, e sono tuttora, ricavati disboscando massicciamente, come detto.

Quindi deforestazione ma anche conseguente desertificazione e degrado del terreno. I territori, infatti, dopo essere stati sfruttati rimangono sterili e diventa necessario continuare a disboscare per ricavarne di nuovi.

Fai attenzione: spesso parlando di desertificazione si è portati a confondere il fenomeno con quello della desertizzazione - cioè l’avanzare del deserto - ma non è la stessa cosa.

La desertificazione è l’insieme di vari processi che portano al degrado di un terreno, e riguarda non solo aree adiacenti ai deserti, come erroneamente si crede, ma colpisce anche zone che sono vulnerabili all’erosione, se derivata da squilibri nella gestione del territorio e delle risorse idriche. La degradazione dei terreni è normalmente legata alle pratiche agricole. L’abbandono di un territorio, dopo essere stato sfruttato e reso sterile, porta alla ricerca di un altro continuando il processo di disboscamento e ciò contribuisce all’avanzare di questo problema.



Le Nazioni Unite stimano che il 70% dei terreni attualmente utilizzati a pascolo siano in via di desertificazione.


Ma perché i terreni rimangono impoveriti?

Il massiccio uso di pesticidi, le coltivazioni OGM e le monoculture ne sono i responsabili perché i terreni, a seguito di questo tipo di coltivazioni, rimangono più aridi favorendo la scomparsa di altre vegetazioni e la perdita di biodiversità.


Senza trascurare anche i problemi sociali che ne conseguono a causa della continua espulsione dei contadini o delle popolazioni a cui vengono sottratti gli habitat con l’incessante disboscamento.


Quindi, questo tipo di agricoltura contribuisce alla desertificazione sia direttamente, attraverso tali pratiche agricole intensive, il sovrasfruttamento dei pascoli e l’uso smodato d’acqua, ma anche indirettamente deforestando il territorio per creare nuove terre coltivabili ad uso animale.

Seri problemi di compattamento del suolo, erosione e diminuzione di fertilità si sono verificati dappertutto nelle aree destinate alle colture per i grandi allevamenti: ovest degli Stati Uniti, America centrale e meridionale, Australia, Africa sub-sahariana…

E non dimentichiamoci dei fertilizzanti, diserbanti e pesticidi utilizzati per le coltivazioni e che, naturalmente vanno nel suolo.


Riguardo alla sola Italia i dati Istat del 2019, relativi ai grandi allevamenti intensivi, individuano 40 milioni di polli, 8 di suini, 7 di ovini, 6 di bovini e 1 di caprini nascosti spesso - attenzione - sotto il presunto marchio Made in Italy.


Greenpeace afferma:


“Più della metà dell’impronta ecologica del settore zootecnico dipende dalle regioni del Bacino Padano, con la Lombardia che contribuisce per oltre un quarto all’impatto nazionale e che sta divorando il 140% della biocapacità regionale. In pratica, la Lombardia dovrebbe avere una superficie agricola di quasi una volta e mezzo quella attuale per compensare le sole emissioni dirette degli animali allevati sul suo territorio”.

Questa condizione è simile nelle altre regioni: Veneto (64%), Piemonte (56%), Emilia-Romagna (44%). A sud, prima per percentuale di impatto ambientale con gli allevamenti, è la Campania.


Visto tutto questo puoi pensare che mangiare carni, uova, latte e derivati sia sostenibile per il Pianeta?

Uomo


Parlando della nostra salute è arcinoto ormai che gli allevamenti intensivi, sovraffollati e antigienici, rappresentino un grave rischio.

Un uso eccessivo di antibiotici, necessari affinché gli animali possano sopravvivere alle orribili e iperaffollate condizioni di vita ed arrivare infine al macello, ha prodotto batteri ormai molto resistenti e gli antibiotici non hanno più alcun effetto.

Secondo uno studio inglese questi batteri potrebbero causare ancora pandemie su scala globale e provocare nel 2050 dieci milioni di vittime all’anno.

In Europa la carne di pollo è il principale veicolo di contaminazione delle malattie di origine alimentare.

Gli allevamenti intensivi favoriscono la trasmissione di malattie (zoonosi) e le mutazioni degli agenti patogeni in ceppi più pericolosi. Inoltre, lo sviluppo di resistenza agli antibiotici è trasmissibile anche ai consumatori.

L’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente ) già dal 2015 indicava i salumi come carni cancerogene, quelle rosse come probabilmente cancerogene, tanto che nel 2019 sono state stimate dal Global Burden of Disease circa 34.000 decessi per cancro all’anno attribuibili a diete ricche di carni lavorate e rosse.

L’attuale consumo medio di proteine animali, particolarmente di carni rosse, è correlato ai tumori dell’apparato digerente (tumori del colon-retto), a quelli del pancreas e dello stomaco.

E sai perché?

La carne, tra tutti gli alimenti di cui possiamo nutrirci, è quello che richiede la digestione più lunga in assoluto e, stazionando parecchio tempo nell’apparato digerente, fa sì che tutte le tossine abbiano abbondante modo per essere assimilate meglio. Così non avviene per nessun altro alimento.

Vedi anche cosa dice la Fondazione Umberto Veronesi a riguardo.



Non solo:


"I tumori maggiormente correlati al consumo di tali alimenti – spiega l'ISDE – sono quelli dell'apparato digerente, in particolare i tumori del colon-retto, ma anche quelli a carico di pancreas e stomaco; trovata una associazione positiva anche con il cancro alla prostata. Il consumo di carne comporta anche un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, epatiche, renali, diabete ed accentuazione di disturbi respiratori".

Ti ricorderai senz’altro (almeno tanti di voi) i casi di mucca pazza degli anni ’90. La carne bovina era infetta perché nel mangime erano state triturate pecore morte per scrapie (encefalopatia spongiforme trasmissibile).

Ma, secondo te, qual è l’alimento naturale di un bovino? E' forse un carnivoro? Aberrazioni umane…sempre per interessi economici.

Anche i casi di aviaria e influenza suina sono conseguenza di un salto di specie che ha permesso al virus di passare dall'animale all'essere umano.


Ma ancora:

Un’altra conseguenza sull’uomo - oltre alla salute - è l’accaparramento della terra su larga scala di terreni agricoli da parte di multinazionali, governi o privati. Come abbiamo visto questi territori vengono deforestati e trasformati in monoculture per gli allevamenti o in allevamenti stessi.

Le popolazioni indigene che hanno sempre vissuto in questi territori, a causa di questa intensificazione dell'agricoltura e - diciamolo chiaro - del nostro arrivismo di paesi occidentali, sono sempre più cacciate dalle loro terre, relegate in aree sempre più circoscritte, trovando spesso povertà e anche morte.


Visto tutto questo puoi pensare che mangiare carni, uova, latte e derivati sia sano per la salute ed etico per gli esseri umani?


Animali


L’orrore e la crudeltà dietro gli allevamenti – l’inferno in terra.


"Se i mattatoi avessero le pareti di vetro, tutti sarebbero vegetariani". Linda McCartney moglie di Paul

Gli animali sono tenuti in condizioni raccapriccianti: privi della libertà, impossibilitati a muoversi e a soddisfare i loro bisogni più elementari sia per l’ambiente in cui vivono sia perché tenuti bloccati. Stipati all’inverosimile in strutture innaturali, privi di luce naturale, troppo spesso maltrattati durante la loro vita, persino quando sono accompagnati al loro ultimo appuntamento.


-Le mucche da latte sono costrette bloccate tutta la vita tra sbarre di ferro e pavimenti in cemento inserite nelle cosiddette "giostre", macchinari che servono a far girare gli animali e a tirare loro il latte necessario alla produzione. Vengono munte più volte al giorno con macchinari che provocano loro non solo dolore ma anche mastiti, (infiammazioni delle mammelle estremamente dolorose) e azzoppamenti anche gravi, causati sia dal continuo sforzo per i parti e la gestione di mammelle enormi, sia per il fondo e le condizioni dell’allevamento, che comportano spesso ferite agli zoccoli e alle zampe, una condizione che non permette loro di muoversi.




Le mucche non sono altro che incessanti macchine produttrici di latte e, per fare questo, vengono inseminate artificialmente di continuo.


I vitelli maschi, anch’essi sfruttati e uccisi per il consumo della cosiddetta carne bianca, non sono altro che un sottoprodotto dell’industria casearia: in quanto maschi non servono. Vengono immediatamente separati dalla madre alla nascita, vivendo così insieme a lei, il loro primo grande trauma e ancora stressati da uno uno svezzamento improvviso, innaturale e precoce.



Gli scienziati hanno osservato alcuni vitelli piangere disperatamente senza sosta, altri reagire con forme di iperattività nervosa e altri ancora arrivare a rifiutare il cibo.


La carne viene definita bianca perché la loro alimentazione è completamente priva di ferro proprio per mantenere chiaro il colore della carne e ottenere un gusto più leggero.


Il latte è anche uno degli alimenti meno sostenibili al mondo.

Un recente studio dell’Università di Oxford ha dimostrato che l’impatto ambientale della produzione di latte è molto elevato, sia per quanto riguarda le emissioni di CO2, che per lo sfruttamento del terreno e il consumo di acqua.

Come spiega la BBC:


"Produrre un bicchiere di latte richiede 650 metri quadrati di terreno, circa 10 volte di più di quanti ne servano per produrne, per esempio, uno di “latte” di avena. Consumare un bicchiere di latte al giorno per un anno inquina tanto quanto guidare un’automobile a benzina per 941 chilometri e per produrlo sono necessari 125 litri di acqua (per un bicchiere di latte di mandorla servono 74 litri, per uno di “latte” di riso 54). Preferire una di queste bevande significa ridurre il consumo annuale di acqua di almeno ventimila litri".

Alla fine di una breve vita che raramente supera i quattro anni, gli organismi delle mucche non sono più in grado di sopravvivere. Consumate da ritmi industriali insopportabili e dalle continue gravidanze, esse vengono ritenute inadatte alla produzione e quindi eliminabili.

A questo punto comincia l’ultimo viaggio: quello dall’allevamento al macello, dove verranno uccise perché ormai inutili agli scopi per i quali sono state fatte nascere. E spesso anche il macello è un luogo in cui questi animali sono sottoposti ad altri maltrattamenti e a violenze inaudite, una su tutte la morte senza stordimento, tra atroci sofferenze e vere e proprie agonie.



Una semplicissima riflessione: il latte è quell’alimento che ogni mammifero fornisce al proprio cucciolo da quando nasce fino allo svezzamento. Dopodichè nessun mammifero ne assumerà più nella sua vita. Solo noi umani continuiamo durante tutta la nostra esistenza a nutrircene, sotto forma anche di formaggi, yogurt, creme e quant’altro. Portiamo avanti perciò un'alimentazione del tutto innaturale, sia perchè a 9-12 mesi massimo avremmo smesso di assumere latte dalla nostra mamma, sia perchè quello di cui ci nutriamo non è nemmeno quello di specie!!! Come può essere un alimento sano e naturale? (senza pensare a quello che contiene, viste le condizioni di vita degli animali, quello che viene somministrato loro e la sofferenza che vivono).

Visto tutto questo puoi pensare che nutrirti di latte e derivati sia sano, accettabile ed etico?

-Le galline ovaiole e i polli

Negli ultimi cinquanta anni sono stati sviluppati due tipi di pollame, polli da carne e galline ovaiole, con genomi differenti e progettati per differenti funzioni.

Vivono costrette ammassate l’una all’altra, stipate in minuscole gabbie di ferro dove sono totalmente immobilizzate a vita (non riescono nemmeno ad allargare le ali), impilate in file fino a sei piani e illuminate da luce artificiale. Un incubo, prova a pensare di trascorrere tutta la tua vita così…



Mi dirai: ci sono gli allevamenti a terra e quando acquisto uova che derivano da tale forma di allevamento sono tranquillo. Ma pensi forse, come tante pubblicità ingannevoli ci inducono a credere, che la loro vita si svolga a razzolare sull’erba e sia meno infernale? Non razzolano all’aperto ma vivono sempre chiuse in enormi capannoni iperaffollati tutta la loro esistenza.



Quando sono ancora dei pulcini viene loro praticato il taglio del becco (inutile dire, senza anestesia) per evitare lo spennamento, che le ovaiole praticano fra di loro per una questione di ruolo. Un altro motivo è per evitare casi di cannibalismo che le galline istintivamente tendono a fare verso le uova. Tutti comportamenti che si sviluppano perchè costrette a tali condizioni di vita di reclusione e sovraffollamento.



I polli selezionati per la loro carne sono gli animali più sfruttati del Pianeta: ne vengono uccisi circa 40 miliardi all’anno.

Con la manipolazione genetica, la crescita dei polli è aumentata esponenzialmente in un arco di tempo sempre minore. Il loro tasso di crescita giornaliero è aumentato all’incirca del 400 per cento. La vita dei polli era di 15-20 anni ma oggi vengono macellati verso le sei settimane.


Animal Equality Italia ha presentato, nell’ultimo capitolo della serie iAnimal, l’innovativo progetto di realtà aumentata, nato nel 2016, che sfrutta tecnologie di ultima generazione per mostrare al pubblico la realtà degli allevamenti intensivi. Per la prima volta sarà possibile provare l’esperienza di un viaggio a 360 gradi nel mondo nascosto dell’allevamento intensivo di polli, guidati dalla voce dell’artista statunitense Kat Von D.



Visto tutto questo puoi pensare che nutrirti di uova e polli sia sano ed etico?

-I maiali

La scienza ha dimostrato l’affinità cognitiva ed emotiva dei maiali ad altre specie considerate di compagnia. Infatti questi animali hanno un comportamento molto simile ai cani e sono molto sensibili ed intelligenti (la loro intelligenza è superiore a quella di un bambino di 3 anni!).

Eppure per la nostra tavola sono tenuti all’ingrasso in condizioni e con abusi terrificanti.

Le scrofe sono tenute in piccolissime gabbie senza potersi muovere e ciò porta spesso allo schiacciamento e alla morte di alcuni cuccioli.


Sono costrette ad allattare i piccoli attraverso le sbarre, senza il normale contatto che ogni madre ha con i propri cuccioli.



I piccoli vengono allontanati a 3-4 settimane di vita mentre l’età naturale dello svezzamento è di 3-4 mesi e inseriti insieme agli altri per l’ingrasso subendo forte stress, malattie e lotte, in cui rimangono feriti, perché non riconosciuti dagli altri.

Appena nati, entro una settimana viene loro mozzata la coda, troncati o levigati i denti (spesso con una tenaglia) e castrati se maschi, il tutto senza anestesia (pratiche illegali in Europa ma per il 90% dei casi applicate). La castrazione viene effettuata per evitare che la carne in cottura o consumandola emetta un odore sgradevole ed è un atto che li condanna a subire un dolore acuto e prolungato nel tempo.

La Direttiva 2008/120/CE prevede che i suini allevati al coperto debbano poter disporre di "arricchimenti ambientali" (paglia o materiali simili) in modo che possano esprimere il loro istintivo comportamento che terrebbero in natura. Ma questo non avviene. La normativa prevede anche che possano avere uno spazio per coricarsi e per defecare. Ma anche questo non avviene e sono costretti a vivere tra i propri escrementi. La loro naturale indole, se liberi di agire, li porterebbe a crearsi aree dove mangiare, dormire, muoversi, ecc.

Anche in questo caso gli ambienti sono sovraffollati portandoli ad essere aggressivi (ecco perché il taglio della coda e la troncatura dei denti).

E’ scientificamente studiato che i maiali siano animali molto attivi ma naturalmente sono impossibilitati ad espletare ogni funzione che la loro natura li porterebbe a compiere.

Le condizioni di sovraffollamento, come sempre, portano a malattie e quindi, anche a loro, vengono somministrati antibiotici a scopo preventivo con le conseguenze già dette: l’uso massiccio di antibiotici contribuisce allo sviluppo di batteri antibiotico-resistenti. E ciò si osserva anche nella popolazione umana che assume tali carni.

Su questi animali viene utilizzato il taser elettrico per forzarli a muoversi colpendoli in particolare nei genitali o nel volto.

Indagini condotte sotto copertura hanno permesso di documentare maltrattamenti e orrori: sono presi a calci, colpiti con oggetti contundenti, afferrati per le orecchie, sollevati da terra o scaraventati giù da un trattore, tormentati con il taser anche se malati e impossibilitati a muoversi, colpiti sul muso con sbarre di ferro, cuccioli lanciati come sacchi...

I testicoli e le code mozzate ai piccoli vengono gettate nella mangiatoia della madre.

Gli abbattimenti di emergenza spesso sono effettuati in maniera irregolare provocando ai maiali una lenta agonia.



E penso possa bastare…ci penserai quando starai per "gustarti" il prossimo panino al prosciutto?


Visto tutto questo puoi pensare che nutrirti di porchetta, prosciutto, salami, ecc. sia sano, accettabile ed etico?

-Gli ovini

Anche loro rinchiusi in capannoni senza mai poter accedere al pascolo e in condizioni di sovraffollamento.

Le pecore (e le capre) sono allevate per il latte e anche loro, come le mucche, sono trattate brutalmente, ingravidate incessantemente, costrette a partorire tutta la vita e sottoposte a mungiture continue (due volte al giorno per otto mesi all’anno) e allontanate immediatamente dai loro cuccioli (che verranno nutriti con mangimi industriali).



Questo ciclo termina quando, anche in questo caso, l’animale è sfruttato completamente e sfibrato per cui sarà portato al macello ancora giovane a 5-7 anni, mentre potrebbe viverne 12.

Gli agnelli vengono uccisi a soli 30 giorni di vita, spesso solo storditi, agganciati per le zampe e lasciati morire dissanguati.



Quando gli animali devono essere spostati, munti o sottoposti a controllo medico, ad ogni loro resistenza vengono presi a calci, spintoni o colpiti con sbarre di ferro.


Visto tutto questo puoi pensare che nutrirti di ovini e "celebrare" la Pasqua con l'agnello sia cristiano, sano, accettabile ed etico?

Tutti gli allevamenti intensivi, grandi o piccoli, qualunque tipo di animali allevino, che forniscano grandi marchi o meno sono luoghi di grandissimo dolore, orrore e stress per loro. Tutte le azioni, a norma di legge o in violazione di essa, sono tremende e sono proprie di tutti gli allevamenti intensivi.


Inoltre, questo sistema di "produzione di cibo" non sopravviverebbe senza sovvenzioni pubbliche. Quindi nelle tasse che paghi i tuoi soldi vanno a finire anche lì.


Più della metà dei cereali prodotti nel Pianeta è destinato all’alimentazione animale (dati Fao), con un rapporto tra cibo (vegetale) consumato per produrre cibo (proteine) del tutto svantaggioso (il cosiddetto "indice di conversione").


Se la nostra Terra fosse usata per produrre cibo (legumi e cereali) per il diretto consumo umano e in maniera sostenibile (usando la coltivazione a rotazione), sarebbe necessaria una quantità di sostanze chimiche di gran lunga inferiore e si sfamerebbe tutta la popolazione mondiale.


In breve: si inquina molto pesantemente terra, aria e acqua; si disbosca incessantemente; si desertifica; si fa un consumo insostenibile di acqua; si ruba la terra ai legittimi proprietari; ci si danneggia la salute con conseguente uso di farmaci e costi sanitari sulla collettività (prima ci si abbuffa e poi bisogna curarsi); si sottopongono miliardi di animali ogni anno ad una vita di torture e sofferenze atroci e li si uccidono...tutto per nutrire una minoranza di popolazione mondiale mentre si affama la maggioranza!!!

Non pensi che tutto ciò sia completamente insensato? Che questo sistema sia follia pura?


Mi rendo conto che questa volta l'argomento è stato davvero pesante e che potrò aver urtato la sensibilità di qualcuno. D'altra parte ritengo che solo volendo conoscere la realtà e non ignorarla (come spesso siamo portati a fare), solo prendendo coscienza (anche se ciò ci comporta sofferenza) si può decidere di prendere una posizione e cambiare le abitudini di vita. Non diventare la mano che arma il sicario e diventare quindi corresponsabili di tutto ciò.

Diventare vegano ti costerà poco ma ti darà tanto in salute fisica e morale.


La nostra esistenza, quella del Pianeta e di tutti i suoi Esseri viventi deve VIBRARE non della negatività portata dallo sfruttamento, dall' orrore e dalla morte di Madre Terra e delle sue Creature ma di VITA!!!



Fonti:


VivereV attende i tuoi commenti.



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