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  • vulcanomarino

ANCORA RIFIUTI

Aggiornamento: 1 set 2022

I retroscena dello smaltimento



VivereV ti parla ancora di rifiuti (vedi Zero Waste)…ma sotto altri aspetti poco conosciuti e ti ripropone il Dr. Stefano Montanari (già presente in Temperatura e che ti invito a conoscere e scoprire di cosa si occupa leggendo l’articolo) con una sua interessante intervista del 2018 a riguardo.


La rivoluzione industriale ha dato il via all’uso del carbone come grande opportunità di produzione di energia e vapore.

La conseguenza è stata la riduzione del lavoro umano e una sempre maggiore produzione di beni materiali il cui destino è di…essere buttati.

La situazione si è maggiormente aggravata con l’uso del petrolio e ciò che ha comportato: l’introduzione della plastica e una produzione ed un uso esorbitante di questo materiale.


Perché le aziende possano vendere i loro prodotti, questi devono essere accessibili al consumatore finale e quindi costare poco. Le tecnologie hanno aiutato in questo diventando così efficienti da riuscire a produrre a costi molto bassi. Si è arrivati così ad un uso continuo ed incessabile di cose ed oggetti che usiamo e poi buttiamo.


Usiamo e buttiamo, usiamo e buttiamo…senza esserci mai domandati per decenni: ma poi cosa succede?



Continuiamo a produrre rifiuti come se non ci fossimo che noi su questa Terra e senza preoccuparci della fine che faranno.

Allora abbiamo cominciato a sotterrarli, buttarli in voragini, creare discariche ed inceneritori aggravando la situazione ambientale con contaminazioni ed emissioni altamente tossiche per il tutto il Pianeta e per la nostra salute.


Nelle discariche i veleni che sono contenuti nei rifiuti, tramite le piogge, filtrano nel terreno e vanno nelle falde acquifere.


Anche gli inceneritori contribuiscono grandemente all’inquinamento. Si può pensare che bruciando i nostri scarti spariscano, ma non è così…


Le tue reminiscenze scolastiche ti faranno ricordare Lavoisier (secolo XVIII):


Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma

(principio già intuito da Anassagora nel V sec. A.C.).


Ed è così anche per tutto ciò che brucia in un inceneritore: la materia si trasforma soltanto ma il peso rimane invariato. Anzi, la massa aumenta perché per bruciare si consuma ossigeno che la accresce ulteriormente.

Quindi non solo consumiamo ossigeno ma per distruggere l’immondizia vengono utilizzati metano, carbone, ammoniaca e bicarbonato, raddoppiando la quantità di materiali bruciati (e l’inquinamento).

L’ambiente riceve così nell’aria e nell’acqua una quantità di rifiuti doppia rispetto a quella che si voleva eliminare.

Inutile dire che un inceneritore butta nell’ambiente sostanze tossiche (ad esempio diossine).


Quindi erroneamente pensiamo di avere eliminato i rifiuti, ma in realtà ne abbiamo generati di più con una tossicità maggiore, la quale però non è visibile…

Gli scienziati (chimici e fisici) sanno benissimo questo e sanno che incenerire è dannoso e folle però si continua a farlo e non se ne parla.


Anche l’idea che con un inceneritore si produca energia non funziona: in realtà con il calore quella che si ricava è molto meno rispetto a quella che serve per la produzione di tutto ciò che usiamo.

Gli incentivi per gli inceneritori (che paghiamo noi) sono talmente alti da giustificarne l’utilizzo, ma se non ci fossero nessun gestore ne costruirebbe uno perché economicamente insostenibile (tanto per renderci conto di quanto pesano anche dal punto di vista dei costi).


Un inceneritore deve lavorare continuamente, sempre, a pieno ritmo, non può fermarsi. Se i rifiuti non sono sufficienti a garantire la continuità vengono addirittura importati



Si usano i filtri (non solo negli inceneritori ma in qualunque impianto che bruci qualcosa) e, anche in questo caso erroneamente si pensa di rendere l’ambiente più pulito. Purtroppo non è assolutamente così, nella realtà non eliminiamo nulla.

I filtri trattengono particelle di dimensioni pari o superiori a 2 micron e ½ quindi tutto ciò che è inferiore a questa dimensione passa.

Più sono piccole le polveri più sono dannose alla salute perché maggiormente in grado di penetrare nei tessuti dell'organismo, fino ad arrivare al nucleo delle cellule. Questo significa che passa e non viene filtrato proprio ciò che è più tossico.


Non solo: questi filtri si intasano continuamente trattenendo le particelle di dimensioni maggiori, al punto che è necessario spararvi attraverso aria compressa ogni 2 ½ secondi. Essi vibrano e così facendo parte di quello che era stato trattenuto esce e rientra nell’ambiente, mentre un’altra parte ricade all’interno dell’impianto finendo nelle ceneri residue della combustione che finiscono…in discarica!

Come detto queste polveri sono altamente tossiche e abbiamo appena visto che un inceneritore non solo inquina per la combustione e ciò che immette nell’atmosfera, ma addirittura lo fa semplicemente non filtrando e non smaltendo nulla, reinserendo invece tutto nell’ambiente. Tutto ciò e assolutamente dissensato!


Un altro sistema è quello di bruciare i rifiuti nei cementifici i quali usano temperature ben più alte rispetto a quelle dell’inceneritore.

Ciò che viene bruciato in un cementificio produce della cenere che è molto tossica (contiene piombo, arsenico, mercurio). Questa cenere viene poi mescolata al cemento che risulterà ovviamente anch'esso tossico e di qualità più scadente e utilizzato in tutte le costruzioni in cui viviamo. Anche nell’asfalto viene mescolata questa polvere e il risultato è una breve durata. Quando l’asfalto si rompe tutto ciò di cui è composto va a finire nell’atmosfera (l’11% è tossico).



Esistono poi gli impianti di biomasse sparsi nel territorio che servono per ridurre le deiezioni animali e trasformarle in energia, oppure i rifiuti agricoli o i prodotti agricoli coltivati appositamente per essere trattati a questo scopo.

Si fanno decomporre questi materiali in grandi silos, essi producono gas che poi vengono bruciati un po’ come il metano. Ma questo provoca ulteriore inquinamento (altri gas e polveri tossiche).

Questo procedimento di decomposizione lascia alla fine un residuo semiliquido che viene usato in agricoltura o mescolato al terreno per renderlo più lavorabile o come concime, ma è altamente tossico.

I prodotti agricoli cresciuti in questi terreni sono risultati molto malformati e sono in grado di attaccare il DNA delle piante.

Viene anche trattato ciò rimane dalle pannocchie ripulite e le canne (coltivate appositamente portando via terreno all’agricoltura), sempre tramite combustione allo scopo di produrre energia. Ma anche in questo caso l’energia che si ricava è inferiore a quella che è stata necessaria a coltivare le piante stesse.

Queste tecniche (economicamente svantaggiose come abbiamo visto) sono incentivate e ricadono sulle tasse che paghiamo.


Per bruciare rifiuti negli inceneritori, nei cementifici e negli impianti di biomasse si spende molto più di quello che si ricava.


Ci sono Paesi che tendono a diminuire la produzione di rifiuti mentre l’Italia invece la aumenta: la quantità è superiore rispetto a quella che si riesce ad eliminare.


I gestori di energia elettrica sono obbligati per legge ad acquistarla da questi impianti pagandola più di quanto non ricavino dalla vendita e il guadagno è dei gestori degli impianti di biomasse.

I costi di questo tipo di impianti vengono ammortizzati in 4 anni, lo Stato garantisce l’acquisto di energia per 15 anni a prezzi molto alti. Ciò significa che per i restanti 11 anni per i gestori è solo guadagno. Al termine dei 15 anni scade la garanzia di acquisto da parte dello Stato e gli impianti vengono abbandonati o smantellati.

I terreni che restano dopo questo ciclo diventano inutilizzabili e non più coltivabili perché rimangono sterili e si desertificano, in quanto il prodotto ricavato dalle centrali di biomasse contiene quantità molto inferiori di nutrienti.



Se oggi – ipoteticamente - smettessimo di produrre rifiuti di ogni tipo (comprese fabbriche, produzione di energia e riscaldamento, auto, treni, aerei, ecc.) il Pianeta rimarrebbe comunque inquinato allo stesso modo perché le polveri tossiche che si producono sono eterne. Si riuscirebbe solo a mantenere la situazione attuale e nulla più.


Le soluzioni a livello politico


-Forti disincentivi per le aziende che inquinano e producono materiali tossici impossibili, come abbiamo visto, da smaltire.

-Responsabilità industriale: obbligo per le aziende di riprendersi i propri prodotti (vedi in particolare elettrodomestici, cellulari, ecc.) una volta terminato il loro ciclo di vita.

I produttori sarebbero costretti a fornirsi di diversi capannoni dove immagazzinare questi articoli con costi che diventerebbero troppo alti da gestire. Inoltre sarebbero costretti a sostenere ulteriori costi per lo smaltimento.

Questo porterebbe a non produrre più oggetti con una vita programmata per durare poco e destinati ad essere buttati, in modo che possa risultare per le aziende più conveniente produrre oggetti duraturi, proprio come si faceva negli anni passati prima di questo sfrenato consumismo usa e getta.

-Produzione di oggetti che si possano disassemblare in ogni loro componente in modo da riciclarli tutti.

-Trasformare l’economia da lineare a circolare.


Le soluzioni a livello culturale


-Cambiare concezione e stile di vita non continuando più ad acquistare e buttare più di quello che ci è necessario. Smettere di comprare ciò che non ci serve veramente.

-Prendere coscienza di ciò che si compra imparando a scegliere aziende e prodotti sostenibili, riciclabili, riutilizzabili, compostabili, ecc.

-Riusare e trasformare gli oggetti, gli abiti, gli imballaggi e tutto ciò che è possibile.

-Smettere di usare plastica e imballaggi non naturali e non riciclabili, sempre scegliendo altro negli acquisti. Riguardo al PVC, ad esempio lo sai che, mentre in Svezia è vietato da decenni, qui da noi è il più comune e diffuso?

-Inutile ripetere i consigli già dati ampiamente e dettagliatamente. Li potrai trovare tutti in Un Pianeta preso a pedate, Zero Waste, Mare Nostrum, Cambio d'abito 1 e Cambio d'abito 2. Se ti sta a cuore il cambiamento ti consiglio di leggerli!


Tutto ciò allo scopo di - almeno - frenare quello che sta avvenendo e cercare di mantenerci in una soglia - quella attuale - appena sostenibile. Non possiamo più andare oltre!


Ti consiglio vivamente di guardare il video del Dr. Montanari “Dai rifiuti all’energia: un buon affare?”. Lo troverai interessante, avrai spiegazioni più chiare e dettagliate rispetto a quelle che ti ho riportato e sarà un’oretta ben spesa.



Spero che queste informazioni ti siano state utili per comprendere maggiormente realtà spesso sconosciute.





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