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PACKAGING

Limitare l'impatto ambientale



L’utilizzo di imballaggi plastic free sta diventando un impegno sempre più diffuso per un consumo più etico e sostenibile.


Avrai sentito parlare di "Green Packaging", "Packaging circolare", "Sustainable packaging" come proposte per confezionare i vari prodotti in un’ottica di maggiore funzionalità e, al contempo, basso impatto ambientale.


Il packaging serve, ovviamente, per una corretta protezione dei prodotti durante il trasporto e per la preservazione di quelli alimentari.


Gli imballaggi di plastica sono purtroppo massicciamente presenti nell’industria del packaging, arrivando al 46,8% in termini di fatturato.


L'Europa è il secondo produttore mondiale dopo il continente americano. Come consumi siamo invece terzi, al seguito di America e Asia.


Orientarsi verso un cambiamento dei materiali da imballo diventa perciò fondamentale, anche perché rappresentano una delle maggiori fonti di inquinamento da plastica.

Basti pensare a tutte le confezioni di detersivi, cosmetici, alimentari, acque e bibite, ecc. che quotidianamente ciascuno di noi utilizza. Non solo dal punto di vista dell’ambiente ma anche da quello sociale ed economico.


Che caratteristiche deve avere un packaging per essere veramente sostenibile?



Scoprilo insieme a VivereV


Il punto di partenza è la progettazione che deve rivedere le filiere di approvvigionamento perché l’80% dell’impatto sull’ambiente deriva da questo passaggio.


La conversione in eco imballaggi prevede materie prime provenienti da fonti rinnovabili e biodegradabili per arrivare a realizzare un prodotto circolare che sia riciclabile o compostabile.


Un ruolo importante lo rivestono naturalmente carta e cartone ma anche materie di origine vegetale (le cosiddette bioplastiche).


Attualmente il packaging rappresenta un rifiuto da gettare dopo l’uso.

Ciò su cui si sta puntando è la trasformazione da rifiuto a risorsa e sempre più aziende stanno investendo in questo senso.

Questo lo si può realizzare in vari modi: imballi riciclabili, maggior utilizzo di carta e cartone, minore spessore, biopolimeri.

I biopolimeri - o bioplastiche (BP) - sono polimeri preparati attraverso processi biologici tali da conferire al prodotto un'elevata biodegradabilità.


Il packaging sostenibile, come abbiamo visto, deve avere il minor impatto ambientale possibile e deve, perciò, rispondere a queste caratteristiche:


- essere NATURALE, cioè realizzato con materiali compostabili, biodegradabili o riciclabili;

- essere SOSTENIBILE, cioè 1) realizzato in modo da ridurre le emissioni di CO2, il peso e il volume; 2) facile da smaltire informando correttamente il consumatore su come farlo; 3) avere la possibilità di una seconda vita; 4) carta e cartone devono provenire da carta riciclabile certificata FSC.



VivereV ti ha parlato di economia circolare in Zero waste.



Un packaging ecosostenibile deve rientrare in questa nuova logica di economia: un’economia capace di rigenerarsi da sola. Cioè riutilizzando o riciclando i materiali più e più volte con il minor spreco ed impatto ambientale possibile.


Il packaging rappresenta il "vestito" con cui un prodotto si presenta al consumatore: comunica e attrae.

In questo caso ciò che dovrà trasmettere è innovazione ma essere anche riconoscibile in modo semplice, originale e pratico.

E’ importante anche un’etichettatura che fornisca al consumatore informazioni chiare sullo smaltimento.

Fortunatamente sempre più consumatori si stanno orientando con maggiore consapevolezza verso materiali alternativi alla plastica e di ciò non potranno non tenere conto le aziende se vorranno avere un ritorno d’immagine.


Diventano pertanto necessarie anche normative a riguardo che impongano l’indicazione di sostenibilità di un imballo e sanzioni su materiali non riciclabili anche se, purtroppo, a tutt’oggi nessuno sembra molto orientato al problema ambientale in modo serio e radicale…

Al momento - ahimè - in Europa la produzione delle bioplastiche rappresenta solo l’1% anche se il mercato è in crescita.



Ma c’è un ancora altro aspetto: non tutto il packaging è vegano, anche se in pochi lo sanno.



Alcune confezioni possono contenere ingredienti di origine animale.

Bisogna considerare, parlando di packaging, che questo non riguarda solo i contenitori ma anche inchiostri, colle, guarnizioni, tappi, mastici, etichette, ecc. tutti materiali che possono avere al loro interno sostanze animali.

Quando un vegano, quindi, sceglie un prodotto che riveste le caratteristiche da lui ricercate, purtroppo spesso acquista qualcosa che completamente vegano non è.


Qui sotto VivereV ti aiuta indicando quali possono essere questi componenti e dove puoi trovarli.

- Tappi, colle, etichette autoadesive e contenitori di cartone possono contenere CASEINA - la principale proteina che si estrae dal latte;

- Colle e rivestimenti di etichette autoadesive, colle per il packaging possono contenere CERA D'API;

- Tappi di bottiglie (specialmente di vino), inchiostri di etichette o il packaging stesso possono contenere LANOLINA (grasso delle ghiandole sebacee delle pecore che si trova sul loro vello);

- Inchiostri possono essere realizzati con CARBONATO DI CALCIO derivato dalla triturazione di carcasse di animali;

- Film plastici e plastiche, colle, etichette autoadesive, inchiostri, contenitori di carta e cartone, tappi possono essere composti da SEGO o contenerne (grasso della zona addominale di bovini, equini ed ovini);

- Inchiostri rossi sono prodotti con l’utilizzo di COCCINIGLIE essiccate e triturate (ne esistono veri e propri allevamenti a questo scopo).


Aiuto! Ma come si fa a stare attenti a tutto!!!

Scegliere cosa comprare è diventata una gimkana tra attenzione all’etica, alla sostenibilità, agli ingredienti, al crulety free, alla provenienza, ecc…è vero…


Ai vegani, almeno riguardo a quanto sopra detto, VivereV consiglia realtà produttive che si sono uniformate agli standard di VEGANOK, che rappresenta l’unico marchio al mondo in grado di garantire l’assenza di sostanze animali anche nel packaging fornendo, inoltre, soluzioni alternative alle aziende.


A questo punto, in attesa di serie normative che regolamentino il packaging sotto tutti i punti di vista, cominciamo a scegliere quelli già presenti sul mercato realizzati in bioplastiche, riciclati, riciclabili o compostabili e prodotti sfusi o certificati Veganok.


L’ho già detto e lo ripeterò sempre: noi consumatori abbiamo un grande potere nelle nostre mani che ci permetterebbe di far cambiare le cose indirizzando le aziende - che si tratti di rifarsi una facciata o meno - a cambiare rotta.


Il cambiamento dipende certo da scelte politiche ma tanto da noi stessi!!!


Fonti:






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