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  • vulcanomarino

PAESAGGI SONORI

Aggiornamento: 31 ago 2022

Ecologia del Suono



Siamo immersi ogni giorno in discorsi che riguardano l'ambiente ma quanto sentiamo parlare di Ecologia del Suono?

VivereV questa volta ti vuole portare in un mondo molto affascinante e poco noto che sarà una vera sorpresa per chi, al momento, lo ignora ed ama la natura e la musicalità, e dentro il quale non potrà non avvertire le vibrazioni che ne fanno parte. Oltre a scoprire una particolare realtà dell'ecologia.


Premetto subito che in questo articolo saranno presenti parecchi link di riferimento, senz'altro molto più utili ed esaurienti di quanto possa spiegare senza dover affrontare un testo esageratamente lungo, che diventerebbe pesante e noioso invece di risultare intrigante.


Fornirò, quindi, informazioni di base invitandoti a leggere e ascoltare - soprattutto - per approfondire e scoprire una nuova musicalità molto avvincente e coinvolgente.


Un paesaggio sonoro (o soundscape) è l’insieme dei suoni che interagiscono in uno stesso ambiente e che rappresentano biodiversità e ricchezza di un ecosistema, uomini compresi.


Siamo portati a pensarlo come qualcosa di esterno a noi ma non è solo questo, è piuttosto l’insieme di tutto ciò che si presenta ai nostri sensi complessivamente.


Puoi trovare paesaggi sonori dappertutto: nella macchia mediterranea, in alta montagna, nei boschi e nelle foreste e persino sott’acqua, ma i più vasti tra tutti sono rappresentati dalle foreste pluviali equatoriali, in particolare quella Amazzonica.


Normalmente siamo più attenti all’inquinamento dell’ambiente o a quello luminoso, ad esempio. Ma molto più difficilmente lo siamo rispetto a quello sonoro. Anche quando ci troviamo in un contesto naturale - magari in un bosco - spesso non prestiamo una vera attenzione. E’ vero, sentiamo il canto degli uccelli ma spesso non ci accorgiamo di quelli prodotti da tutto l’ecosistema in cui siamo immersi, nella sua completezza.


Questo avviene perché il nostro udito è meno sviluppato rispetto alla vista - specialmente in coloro che vivono in città - tanto è vero che, dopo un po’, chiunque si abitua al rumore dei treni se abita vicino ad una ferrovia, o a quello delle sirene delle ambulanze se si trova nei pressi di un ospedale, cominciando così automaticamente a trascurarlo. (Forse spesso si ignora che - parlando di sensi - prima viene la vista, poi l'udito e, a seguire, l'equilibrio...tanto per curiosità).


Alle volte capita di andare in montagna e fermarsi ad ascoltare il silenzio ma…in realtà non esiste veramente!!! Anche se ti potrà sembrare strano. Siamo talmente abituati alle toniche (vedi sotto) di una città che non percepiamo quelle ben più lievi che ci circondano in quel contesto e che sono, però, ben presenti.


Si potrebbe anche pensare di cambiare prospettiva e cioè: andare in montagna non per “sentire” il silenzio ma per ascoltare i suoni della natura e come interagiscono tra loro e con noi.




Inoltre, un paesaggio sonoro completamente naturale non può sussistere, basta, ad esempio, che passi un aereo…salvo inoltrarsi in una foresta pluviale ben distante dalla civiltà...


Stiamo cercando di risolvere l’inquinamento ambientale o del paesaggio ma siamo lontani dal pensare ancora a quello sonoro: non può esistere una vera ecologia del paesaggio senza tenere conto anche della dimensione sonora e più avanti capiremo meglio il perché.


La definizione di ecologia del suono è stata creata da Raymond Murray Schafer – compositore canadese – che fin dagli anni ’60 ha dato vita a un progetto di ricerca in risposta al crescente inquinamento acustico, promuovendo così una nuova ecologia: quella del suono appunto.


Il paesaggio sonoro è composto da questi elementi:

- le toniche, cioè i suoni che non sempre sono uditi coscientemente, e sono prodotte dalla natura (vento, foreste, animali, acqua, uccelli...) ma anche dall’uomo (il rumore del traffico ad esempio);

- i segnali, ovvero i suoni percepiti coscientemente come sirene, allarmi, campane, ecc.;

- le impronte sonore che rappresentano un suono tipico di una certa area.


“Una volta che un’impronta sonora è stata identificata, meriterebbe di essere protetta, perché le impronte sonore rendono unica la vita acustica di una comunità” - Schafer 

Si parla anche di Biofonia cioè la musica creata dagli esseri viventi:

di Geofonia: suoni prodotti dalla Terra come quelli della pioggia, del vento, del mare, ecc.: https://dizionario.internazionale.it/parola/geofonia;

di Antrofonia: quelli creati – per così dire – dagli esseri umani;

di Biomusicologia: alcuni scienziati americani hanno dimostrato che il senso del ritmo e della musica non appartengono esclusivamente a noi umani ma che anche gli animali creano musica e sequenze:

di Zoomusicologia: derivata dalla Biomusicologia, studia la musica degli animali e come essi reagiscano ai suoni e alla musica (come anche le piante – vedi L’albero della Vita): https://it.wikipedia.org/wiki/Zoomusicologia


Parlando di ecologia del suono (o ecologia acustica) questa è incentrata nella “musica della natura” e ha l’intento di mettere a fuoco le caratteristiche ambientali di un luogo attraverso i suoni che esso “contiene”.



A questo punto è d’obbligo che VivereV ti faccia conoscere David Monacchi, che lavora da molti anni in modo straordinario e con parecchio impegno proprio sui paesaggi sonori, rendendoli delle vere e proprie opere.

Ricercatore, compositore e sound artist di grande rilievo con un nutrito e peculiare curriculum, di cui faccio solo qualche accenno principale rimandandoti a un sua conoscenza diretta attraverso gli approfondimenti.


Ha studiato musica elettronica al Conservatorio di Pesaro perfezionandosi successivamente alla Simon Fraser University di Vancouver e alla Berkeley - University of California e vincendo innumerevoli premi internazionali.

Ha ideato molti spettacoli e concerti eseguendo musiche elettroacustiche, curando esecuzione e regia del suono in un’infinità di Festival Internazionali in Italia, Europa e Nord America ed è molto attivo in gruppi di ricerca universitari, conferenze e seminari.


Ma mi fermo qui perché su di lui ci sarebbe da dire davvero tanto, perciò ti rimando a https://www.conservatoriorossini.it/david-monacchi/ e a

Vale davvero la pena conoscerlo ed approfondire questo incomparabile artista.


Ciò che nello specifico ci interessa maggiormente è che da anni è impegnato in diversi progetti di registrazione ad alta definizione del paesaggio sonoro degli ecosistemi primari tropicali, in collaborazione con WWF, Greenpeace e UNESCO.



Nel 2002 ha cominciato a raccogliere “ritratti sonori” ad alta definizione unici di ecosistemi tropicali intatti, arrivando a comporre l'opera eco-acustica Fragments of a Sonic World in Extinction rappresentata in tutta Europa e negli USA.


Dopo 15 anni Fragments of Extintion è diventata un’organizzazione no-profit che si dedica alle ricerche sul campo nelle ultime aree rimaste di foresta pluviale equatoriale.

Il suo orientamento e la sua sensibilità lo porta a raccogliere questi frammenti sonori unici che si stanno perdendo con la veloce estinzione di parecchie specie animali e la distruzione di questi ecosistemi.


Ma adesso meglio ascoltare direttamente lui su Fragments of Extintion, molto più esauriente e chiaro di quanto possa spiegarti io:


E ancora:



Aggiungo infine una puntata del programma Momus il caffè dell'Opera di Radio 3 andato in onda il 25/9/2021 con il titolo "Come suona la Natura". Troverai l'intervista a David Monacchi e le registrazioni trasmesse all'incirca a metà programma e ti sorprenderà la musicalità delle foreste pluviali da lui memorizzate. Una è prodotta - pensa - da insetti: vera pura musica naturale. Diversi ascoltatori nel corso del programma sono intervenuti manifestando persino commozione. Ascoltalo!


David Monacchi è inoltre ideatore e curatore della prima sala in perifonia sferica in Italia (definita sonosfera) SPACE – Soundscape Projection Ambisonic Control Engine”, presso il Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro composta da 45 altoparlanti. Straordinario! Bisognerebbe andarci e sperimentarla, guarda:






A questo punto VivereV ti lascia con un articolo più breve ma che ti impegnerà parecchio nella conoscenza diretta degli argomenti, del lavoro di Monacchi e nell'ascolto.


Scoprirai, in questo contesto, qualcosa di nuovo e di emozionante che solleciterà le tue vibrazioni e, spero, potrà invogliarti a sperimentare, se pur in maniera un pò ridotta, negli ambienti che sono alla nostra portata: i boschi, i ruscelli, il mare...con un orecchio più attento al paesaggio sonoro nel quale ti immergerai.





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