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  • Immagine del redattoreMarina

PIACEVOLI MORBIDEZZE

Aggiornamento: 31 ago 2022

Amo le pellicce: calde, morbide, affettuose e VIVE*



*Ho preso in prestito alla LAV lo slogan della sua campagna antipellicce del 1993 (che ha sortito la chiusura di decine di allevamenti da pellicce e salvato milioni di animali): non me ne voglia...rende troppo bene l'idea!


In nome di una cieca, vacua e superficiale vanità e moda (che altro non è se non sempre vanità...) ogni anno vengono allevati in situazioni di estrema sofferenza e barbarie ed uccisi 40-50 milioni di animali: circa l'85% dell'industria delle pelli (ma il numero non è del tutto noto) ai quali vanno aggiunti quelli cacciati, come ad esempio foche e altri, facendo salire il numero di questa ecatombe a circa 60 milioni.


La maggior parte degli allevamenti (ca il 64%) si trova nell'Europa del Nord, l'11% in Nord America e il resto in altri Paesi, con la Cina in espansione.


E' vero che negli ultimi anni il mercato è in calo perchè le persone sono diventate più consapevoli e il numero di coloro che hanno acquistato pellicce è sceso molto, grazie alle varie campagne di sensibilizzazione delle associazioni animaliste che hanno mostrato la realtà celata dietro questo infame commercio.

La pelliccia è così diventata un prodotto anacronistico e molti stilisti famosi le hanno finalmente escluse dalle loro collezioni (ma non tutti...).


L'industria però non demorde e - se è stata costretta a vendere meno pellicce per questa inversione di rotta - "rifila" prodotti con targhette ingannevoli e include pellicce varie un pò dappertutto come inserti "decorativi".




Li trovi in tantissimi cappucci di giacconi ma anche in borsette, ciondoli e guarnizioni varie, pompon, nappe e persino in scarpe, cover per cellulari e giocattoli!!!





Si vede un oggetto e lo si compra perchè "è carino", senza rendersi conto di cosa è composto e cosa c'è dietro.


Non è poi vera la "giustificazione" di tante donne che dicono che come la pelliccia niente tiene loro così caldo quando hanno freddo. E' solo il segno evidente di un lusso e di una vanità. Il pelo, per tenere veramente più caldo, dovrebbe essere rivolto verso l'interno, senza contare che ormai ci sono indumenti che scaldano ben più di una pelliccia.


Il paradosso (o l'ipocrisia) è che le donne che amano le pelliccie e le indossano sono spesso le stesse che si dimostrano sensibili verso gli animali, magari ne hanno uno in casa a cui vogliono molto bene, ma non si curano affatto di portare sul proprio corpo dai 15 ai 240 pezzi di cadaveri (cos'altro possono essere?), a seconda della specie in questione.



VivereV ora ti mostrerà la realtà nascosta (o seminascosta, perchè alle volte si sa ma non si vuole vedere o sapere di più).


Ti ho già parlato di quanti animali vengono uccisi ogni anno - ed è una quantità mostruosa - ma vediamo come "vivono" e come muoiono.


I consumatori devono sapere che ogni cappotto in pelliccia, fodera o articolo con ornamento rappresenta l’intensa sofferenza di dozzine di animali intrappolati, allevati in fattorie o persino mai nati. Queste crudeltà termineranno solo quando il pubblico rifiuterà di comprare o indossare pellicce.

Non voltarti dall'altra parte: le cose vanno conosciute per cambiarle.


Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero. Anonimo arabo

Vengono allevati principalmente visoni, seguiti da volpi ma anche linci, zibellini, cincillà, conigli, moffette, castori, procioni, criceti...e tanti altri.


Gli allevamenti da pelliccia contengono migliaia di animali stipati in piccole gabbie per tagliare i costi.

Non possono praticamene muoversi e si feriscono le zampe perchè, per non pulire gli spazi dove "vivono" gli animali, il pavimento delle gabbie è fatto di rete metallica per far passare attraverso gli escrementi che poi si accumulano sotto.

Le gabbie sono - (a volte) - tenute in baracche aperte lasciando così gli animali esposti a qualunque clima. Nemmeno il loro pelo li ripara a sufficienza dai climi più rigidi o dalla pioggia e d'estate soffocano, alle volte morendo per la temperatura torrida.

Vivere in spazi così ristretti (prova ad immaginare di esserci tu con altre persone) è fonte di grande stress per questi animali, che perciò giungono a compiere atti di autolesionismo e cannibalismo, aggressioni tra loro che arrivano anche a vere e proprie mutilazioni.

Possono verificarsi inoltre casi di infanticidio, nella maggior parte dei quali la madre mangia il proprio piccolo. Vivono la paura, la tensione, le malattie, i parassiti e altre sofferenze fisiche e psicologiche, l'impossibilità di seguire i propri istinti e di avere la loro normale vita sociale.

Gli animali negli allevamenti sono più soggetti alle malattie rispetto ai loro compagni che vivono liberi. Malattie contagiose come la polmonite passano da una gabbia all'altra, così come i suddetti parassiti.

I rifiuti decomposti (i loro escrementi) si raccolgono per mesi sotto le gabbie e questo attira mosche che portano malattie. Inoltre anche questo è causa di sofferenza per gli animali, in quanto la puzza è molto fastidiosa per i visoni, animali dotati di un olfatto molto sviluppato.

Le riprese video e le foto portate dagli investigatori mostrano gli animali sofferenti con gravi infezioni e lesioni non curate e lasciati morire lentamente.

Vengono nutriti con sottoprodotti della carne considerati non adatti per il consumo umano. L’acqua è fornita con un sistema di rubinetti a regolazione che si gela spesso durante l’inverno o può non funzionare a causa di errori umani, lasciandoli così senza poter nemmeno bere.


I metodi in cui vengono trattati questi animali sono crudeli. Ai procioni - per fare un esempio - quando imparano a bagnarsi premendo sugli abbeveratoi che forniscono acqua potabile, gli allevatori modificano il cappuccio della valvola per tagliare anche questo scarno sollievo. Per non parlare di come vengono presi e buttati come sacchi di patate o qualunque altra merce, o di maltrattamenti veri e propri.


I visoni:



Sono i più allevati. Animali abituati a correre e a nuotare: non poterlo fare per loro è fonte di ulteriore stress. L'affollamento e la relegazione è particolarmente affliggente per loro essendo animali solitari che possono occupare 2,500 acri di habitat nell’ambiente selvaggio. La vita angosciante in una gabbia porta i visoni ad auto mutilarsi: si mordono pelle, code e zampe e camminano freneticamente, se riescono, in circolo. Partoriscono una volta all’anno e i piccoli, dopo qualche settimana con la madre, vengono separati. Una volta raggiunti i sei mesi d’età saranno uccisi con metodi che spesso li lasciano semplicemente storditi.

Tra i più comuni ci sono l’elettrocuzione anale o orale, la rottura dell’osso del collo, il soffocamento o l'uso del biossido di carbonio in basse concentrazioni - pari al 70% per risparmio - dal tubo di scarico dei trattori, causando una morte più lenta perchè provoca stress e convulsioni agli animali. I visoni sono in grado di rilevare l’anossia (cioè la mancanza di ossigeno), il che li stressa parecchio e causa loro moltissimo dolore mentre vengono uccisi: 15 dolorosi minuti...sono eterni!

Questi animali vengono spesso scuoiati vivi mentre sono ancora coscienti!!!




Che belle le pellicce di visone! Ecco cosa sono!


I conigli: la razza Rex è quella utilizzata nell'industria della pelliccia. Anche loro rimangono con la madre qualche settimana dopodichè sono messi in gabbie diverse coi loro fratelli. Quando raggiungono 7-8 settimane, vengono separati passando una o due settimane in una gabbia completamente da soli, per poi venire uccisi. A metà degli anni 80 l’INRA (Institut National de la Recherche Agronomique), un’organizzazione governativa francese, ha dato inizio al programma di allevamento dei conigli Orylag, una nuova razza di coniglio che viene allevata a scopi commerciali. Questi conigli vengono sfruttati per la loro carne e per la loro pelliccia, e i profitti di questo sfruttamento derivano in particolare dalla vendita della seconda (60%). Le femmine allevate vengono messe incinte tramite inseminazione artificiale tra i tre e i sette giorni dopo aver partorito per la prima volta. I conigli non impiegati per l’allevamento vengono uccisi quando hanno circa 20 settimane.

Le dimensioni delle loro gabbie sono 60 x 40 x 30 cm: lo spazio di due scatole da scarpe.



Ammassati tutti insieme riescono a malapena a muoversi e possono sviluppare problemi alle ossa, come la deformazione della colonna vertebrale. Le gabbie impediscono loro anche di sedersi con le orecchie all’insù e di scavare, entrambe azioni che sono innate nel loro comportamento.

I conigli sono animali sociali ed essere separati gli uni dagli altri è molto stressante per loro.

Le Nazioni Unite riferiscono che “poche pelli sono recuperate dai mattatoi” e paesi quali la Francia uccidono milioni di conigli all’anno per la pelliccia, usata per l’abbigliamento, come esche nella pesca con la mosca e in decorazioni di pelliccia su articoli vari.


Le volpi: volpi rosse e volpi artiche sono scelte per la bellezza della loro pelliccia e perché normalmente sono docili e mordono gli allevatori meno di frequente.

Sono animali indipendenti che vivono in coppia o in gruppi organizzati gerarchicamente durante l’accoppiamento e nel periodo in cui si prendono cura dei loro cuccioli.

Naturalmente anche loro sono tenute in piccole gabbie circondate da altri animali in gabbie vicine.

Per maneggiarle viene loro stretto il collo con delle pinze di acciaio. L’uso di queste pinze provoca ferite ai denti a alla bocca perché le volpi mordono il metallo quando cercano di scappare.


Solitamente vengono uccise con l’elettrocuzione, cioè con uno strumento formato da due elettrodi che vengono posizionati nella bocca e nell’ano.

Le volpi vengono anche uccise con iniezioni al cuore di fenobarbital o di altri anestetici.


I cincillà: alcuni dei Paesi in cui vengono uccisi moltissimi cincillà per la loro pelliccia sono Argentina, Brasile, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria. Tuttavia, i Paesi che richiedono maggiormente questo prodotto sono Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti, Germania, Spagna e Italia.


Vengono utilizzati due tipi di gabbie: le gabbie per l’allevamento e le gabbie per la crescita, che normalmente contengono un solo esemplare. I cuccioli vengono separati dalle loro madri dopo 60 giorni. Le gabbie possono essere messe l’una sopra l’altra, per raggiungere il massimo numero di animali nel minore spazio.




Possono essere uccisi tramite l’utilizzo di gas, con l’elettrocuzione o attraverso la frattura del collo. L’elettrocuzione è il metodo più comune e viene utilizzato per uccidere grandi gruppi di cincillà, mentre la frattura del collo si utilizza per gruppi più piccoli. L’elettrocuzione viene praticata principalmente applicando gli elettrodi su un orecchio e sulla coda dell’animale. Si teme che la morte tramite questo metodo sia spesso dolorosa e non immediata.


L’industria della pelliccia rifiuta di condannare manifestamente i metodi di uccisione.


E che dire dell'industria milionaria di pellicce di cani e gatti in Asia? E che noi acquistiamo e indossiamo, pur tenendo questi animali da affezione nelle nostre case e amandoli tanto?

Quattro milioni di italiani usano pellicce di cane e gatto senza saperlo. L'Italia importa pelli di cane per la produzione di articoli in pelle e altri oggetti di pelliccia quali rivestimenti interni di cappotti, giacche, scarpe, suole per scarpe e stivali, giocattoli.

Eccoli i nostri amici di famiglia così tanto amati!!



Ogni anno, in Paesi come la Cina e la Thailandia, due milioni di cani e gatti detenuti in condizioni spaventose sono privati di ogni elementare diritto: alcuni di essi sono randagi, altri invece vengono appositamente allevati per rubare loro il manto.

Le tecniche di uccisione sono violentissime: i cani - pastori tedeschi, chow-chow, ma anche semplici meticci - vengono sgozzati anche per strada, fatti morire per dissanguamento o colpiti a morte con dei randelli, mentre i gatti vengono spesso impiccati con cappi metallici. Per confezionare una sola pelliccia occorrono solitamente dai 10 ai 12 cani, mentre per quella di gatto possono essere necessari fino a 24 animali.




Ecco le pellicce di cani e gatti che usiamo noi!


Naturalmente poi ci sono gli animali cacciati appositamente per le loro pelli, come ad esempio le foche ed i loro cuccioli uccisi a bastonate davanti agli occhi delle madri. Immagini che conosciamo bene e, malgrado ciò, continuiamo ad acquistare queste nefandezze.

Altre realtà:

- le vendite di shearling (pelle di agnelli con la lana annessa) che sono purtroppo salite. Alcuni fabbricanti di pelliccia hanno iniziato a simulare il visone come shearling. Molte persone sono ignare delle origini dello shearling;

- in Afghanistan, le pecore karakul sono allevate per produrre agnelli per il mercato di cappotti e cappelli in “agnello”. Per “l’alta qualità” delle pelli di agnello, la madre è uccisa prima di del parto e il suo feto è staccato. Le pelli di agnelli non nati sono apprezzate nel mondo della moda per il loro splendore simile alla seta. Serve la pelle di un intero agnello per fare un cappello di karakul;

- allevamenti industriali di oche: da 5.000 a 10.000 animali, sono allevati appositamente per la produzione di piume, ricavate tramite spiumatura su animale vivo. Questa pratica viene ripetuta più volte nella loro "vita" con sofferenze atroci, sino alla morte dell'animale o fino a quando non è più in grado di produrre piume di “qualità”.

Tutti gli animali presentano lesioni che vengono ricoperte con mercurocromo; almeno il 20% riportano ferite così gravi che richiedono un’improvvisata sutura per bloccare le emorragie (ovviamente non per mano di un medico veterinario, ma direttamente dall’operaio di turno);

- Attenzione! Sapevi che, oltre alle ciglia finte ed ai pennelli sintetici, esistono anche altrettanti prodotti fatti con pelliccia di visone e zibellino? Alcuni modelli riportano addirittura la dicitura cruelty-free... Vedi tu come è meglio apparire bella...



VivereV ti indica ora ciò che devi sapere quando acquisti, se non vuoi essere parte anche tu di tutto ciò:


1 - Quanti animali occorrono per una pelliccia, per rendere una minima idea di quanta morte e sofferenza ne implichi una sola:

Agnello droadtail: 30-45

Agnello Karakul: 18-26

Bob-cat: 15-20

Castoro: 16-20

Cavallino: 6-8

Cincillà: 130-200

Coyote: 12-16

Criceto: 120-160

Ermellino: 180-240

Fisher: 18-25

Foca (cucciolo): 5-8

Gatto: 20-30

Ghiottone: 5-7

Lince: 8-18

Lontra: 10-20

Lupo: 3-5

Martora: 40-50

Moffetta: 60-70

Nutria: 25-35

Ocelot: 12-18

Opossum: 30-45

Procione: 20-35

Puzzola: 50-70

Scoiattolo: 120-200

Tasso: 10-12

Topo muschiato: 60-110

Visone: 30-50

Volpe: 10-20

Wallaby: 20-30

Zibellino: 50-80


2 - Ambiente e salute umana:

L’energia necessaria per produrre un cappotto in pelliccia con pelli vere di animali allevati è approssimativamente 20 volte quella necessaria per una pelliccia finta.

Una pelliccia non è biodegradabile a causa dei trattamenti chimici usati per arrestare la decomposizione. L'utilizzo di questi prodotti è pericoloso anche perchè può causare la contaminazione dell’acqua.

Gli allevamenti generano migliaia e migliaia di tonnellate di letame che rilascia fosforo nell'acqua.

Test hanno rilevato presenza di sostanze tossiche nelle pellicce e negli inserti.

Le sostanze chimiche usate per la concia rimangono nel prodotto finito, come: naftalene, cromo trivalente, formaldeide e cromo esavalente, cancerogene e allergeniche.


3 - Inganno ai consumatori:

L'industria della pellicceria tenta di mantenere nascosto l'utilizzo di pelli di cani e gatti ricorrendo ad un sistema di etichettatura dei capi fuorviante e inattendibile. Tranne rarissime eccezioni, le pelli di cani e gatti non vengono etichettate perciò che realmente sono.

Puoi trovare etichette con definizioni come gae-wolf, sobaki, e Asian jackal per mascherare che si tratta di pelo di cane, oltre a molti altri. I Francesi usano il termine Douges de Chine, oppure Loup d'Asie per indicare le pellicce di cane.

Mentre per quelle di gatto vengono utilizzate definizioni come: wildcat, goyangi e katzenfelle.

La conoscenza da parte dei consumatori della vera origine delle pelli, determinerebbe un crollo degli acquisti e un grosso danno d'immagine per il settore.


4 - Come distinguere una pelliccia vera da un'ecopelliccia:

Il boom delle pellicce ecologiche non coincide con la capacità di distinguere tra vero e finto poiché l'industria tessile ha sviluppato peli e filati molto, molto simili al manto di volpi, castori e visoni.

- Il prezzo: non fidarti: non è un indice attendibile: anche quelle ecologiche possono avere un costo elevato e ciò è determinato dal tipo di lavorazione o dal materiale hi-tech utilizzato;

- Il pelo: guarda la base: se è coriacea - perchè attaccata alla pelle dell'animale - è vera; se ha un supporto di tessuto allora è sintetica. Guarda bene anche i peli: quelli veri presentano lunghezze diverse, punte assottigliate ed appuntite mentre quelli delle pellicce sintetiche sono più uniformi e la cima del pelo è spuntata perchè tagliati durante la produzione presentando un diametro costante;

- La bruciatura: strappa un pelo e brucialo con un accendino. Quando il pelo si scioglie e si appiccica significa che è sintetica, se invece s'incendia senza lasciare tracce (e puzzando) allora è una pelliccia vera;

- Il tatto: una pelliccia ecologica ha al suo interno un tessuto velato o di puro cotone che mantiene caldo come una pelliccia vera e propria;

- Osservazione del manto: in particolare verso il basso. In quella vera il manto è più armonico e calza in modo più aderente non presentando disuguaglianze, mentre quella ecologica no: è imperfetta perché viene lavorata maggiormente rispetto ad una vera e può presentare delle pecche;

- Acquisti on line: attenzione! Sebbene i regolamenti dell'UE stabiliscano che i "prodotti tessili" (cioè i vestiti) contenenti pellicce devono essere etichettati come contenenti "parti non tessili di origine animale", purtroppo, questa regola a volte non vale nelle descrizioni dei prodotti online: non fidarti!

- Dubbi: se dopo tutte le osservazioni di cui ti ho parlato rimani nell'incertezza, non acquistare niente.


Rischio Covid:

I visoni sono stati colpiti dalla pandemia, infettati dall'uomo che lo ha introdotto negli allevamenti. Qui ha trovato fertile terreno per replicarsi e tornare all'uomo.

Ne è conseguito il divieto di riproduzione e trasporto e la sospensione temporanea delle attività degli allevamenti con derivante abbattimento di milioni di animali. La Danimarca, paese con una popolazione che non arriva ai 6 milioni di abitanti, alleva 17 milioni di visoni che sono stati abbattuti. Ma dal 2022 (quando sarà scaduto il divieto di riproduzione introdotto come misura anti-Covid), potranno ripartire con la "produzione".


"E' un vero e proprio orrore! Uno sterminio annunciato che dovrebbe far riflettere tutti gli Stati europei sulla necessità impellente di dire stop agli allevamenti di animali da pellicce" ha commentato l'Ente nazionale per la protezione degli animali (Enpa) che aggiunge: "E' una crudeltà verso milioni di animali maltratti al solo scopo di realizzare capi di vestiario. Parliamo di imprese agricole basate esclusivamente sulla crudeltà nei confronti degli animali, per modalità di allevamento, stabulazione e metodi di soppressione».

Humane Society International sostiene inequivocabilmente la chiusura definitiva di tutti gli allevamenti di animali da pelliccia per proteggere il benessere degli animali, l’ambiente e la salute umana.

Gli animalisti italiani hanno fatto appello al Governo e al Parlamento affinché stabiliscano la chiusura - per sempre - di tutti gli allevamenti di animali da pelliccia in Italia presenti in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna ed Abruzzo.


"Questi allevamenti possono ricordare i cosiddetti 'mercati umidi' cinesi, come quello di Whuan, dove si è verificato il primo contagio da animale selvatico a uomo, come attestato dai ricercatori(...)inoltre, le case di moda si rassegnino: la pelliccia è out, proprio in quanto prodotto derivante da crudeltà", ha dichiarato il presidente dell'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) Massimo Comparotto.

A QUESTO PUNTO VIVEREV TI INVITA A SCEGLIERE


Quale bellezza vale di più? Questa?



O questa?



Perciò quello che puoi fare tu:


- Non acquistare e non indossare pellicce, ritagli, accessori, oggetti vari o capi con inserti di pelliccia;

- Non acquistare e non indossare capi in pelle (ti ricordo, come detto sopra, che molti derivano da cani uccisi nei modi che abbiamo visto);

- Non comprare da aziende che, insieme al resto dell'abbigliamento, vendono anche capi o oggetti rifiniti in pelle e pellicce. O da aziende che come premio mettono in palio pellicce e quant'altro ne possa contenere;

- Invia lettere o mail alle ditte che commercializzano tali "prodotti" per esprimere la tua disapprovazione e il tuo rifiuto di acquistare da loro. Puoi manifestare gli stessi principi ai negozi che vendono tali merci chiedendo anche loro di operare la scelta di non commercializzarli più;

- Diffondi la conoscenza di tali orribili realtà e di quanta sofferenza si nasconde dietro a questo frivolo ma orrendo mercato (anche con questo articolo...se vuoi);

- Partecipa ad attività e campagne in atto nella tua zona;

- Senti le Vibrazioni degli animali in tali condizioni di orrore e poi senti ciò che internamente ti risuonerà!


Come sempre, l'impegno di ogni singolo è indispensabile: può diventare l'impegno di persone via via più numerose. Una forza che può far cambiare le cose!


Non si può più vivere su tale abnorme orrore e con una simile resposabilità sulle spalle!


Il 12 dicembre del 2010 si è svolta a Firenze una grande manifestazione contro le pellicce, utilizzando un maxischermo su un camion che trasmetteva, durante tutto il tempo, i filmati delle crudeli realtà di cui ti ho parlato (che ho evitato per contenere un impatto veramente atroce, limitandomi a qualche necessaria foto).


Non puoi immaginare le espressioni dei volti e le lacrime delle persone che, vedendo tali immagini e non sapendo nulla, messe di fronte alla verità ne rimanevano profondamente colpite . La conclusione, ormai sera, è stata quella che alcune signore, dicendo "Ragazzi ma io non lo sapevo!", si sono spontaneamente tolte i cappucci bordati di pelo delle loro giacche e ce li hanno dati per bruciarli in piazza.





Lì puoi vedere la vera presa di coscienza di una persona...emozionantissimo!



RISPETTA E SALVA LA VITA, NON ACCETTARE CHE QUESTE COSE ACCADANO PIU' E NON ESSERNE ANCHE TU L'ARTEFICE!


Mi auguro, malgrado l'argomento pesante e le foto dolorose, che comunque questo articolo possa esserti stato utile per le tue scelte di vita, e ti invito a porre dubbi e domande per proseguire con i prossimi argomenti.



Fonti:





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