- vulcanomarino
SAPER ASCOLTARE
Aggiornamento: 1 set 2022
(L'arte di)

Riconosciamolo: il nostro è un Paese di chiacchieroni e "rissaioli".
Tanti dei nostri conflitti - familiari, di coppia, tra vicini o condominiali che siano - derivano dall’incapacità di ascoltare le ragioni dell’altro. Anche le più banali.
Hai idea di quanti rapporti si rovinino a causa di questo?
Ascoltare significa semplicemente prestare attenzione attiva, la quale porta alla conoscenza. E magari - come si suol dire - entrare un pò nei panni dell’altro cioè: immedesimarsi.
Leonardo da Vinci diceva:
"Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri"
che in fondo vuol dire la stessa cosa.
Se riuscissimo a farlo, tante situazioni non si verificherebbero e sarebbe un pò più semplice vivere e convivere.
Un ascolto passivo - viceversa - non è che una vuota forma di cortesia.
Per Plutarco l’ascolto era un arte, ma è come se l’avessimo persa per strada.
Senza tale capacità è difficile stare in famiglia, in società o governare bene.

Viceversa ciò che di norma accade è che tutti parliamo e parliamo - anche troppo - ma quasi nessuno ascolta veramente.
Siamo più liberi di esprimere opinioni rispetto al passato, abbiamo aumentato le fonti di linguaggio e le abbiamo rese virali.
Ma ciò ha generato il fenomeno attuale per cui sempre più persone danno continuamente giudizi su tutto, anche su ciò in cui si è del tutto ignoranti.
Attualmente siamo vittime di una sorta di "prurito di parlare" che è aumentato dalla propria autopromozione (attraverso i social) e il presentismo.
In pratica l’esatto contrario di ciò che ci ha insegnato Plutarco, autore appunto de "Arte di ascoltare", il quale ci dice:
"Abbiamo due orecchie e una sola bocca proprio perchè dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno"
"Moltissima gente ha il furioso prurito di parlare di se stessa, e viene frenata solo dalla scarsa inclinazione degli altri ad ascoltare" William Somerset Maugham
Importanza dell’ascolto
Nelle relazioni familiari: aiuterebbe la longevità del rapporto di coppia e gli equilibri della famiglia, preverrebbe il rischio di perdere per strada i propri figli rimasti inascoltati nei richiami dei loro bisogni e dei loro problemi.

Nella vita pubblica: si riuscirebbe a governare un pò meglio se si prestasse ascolto a chi ha dato il proprio voto (e anche a chi non l'ha fatto) e se ci fosse la capacità di confrontarsi veramente con le ragioni degli avversari.
Certo, ascoltare non è una cosa facile: è necessario, insieme alle orecchie, far funzionare anche gli occhi (attenzione, osservazione) e il cuore (atteggiamento di empatia e immedesimazione).
Ma per sentire abbiamo anche bisogno di silenzio.

Quello che nella vita cronicamente assordante intorno a noi è ormai assente, ma anche quello interiore, quello del raccoglimento che ci avvicina ad una dimensione meno terrena, meno materiale.
Il silenzio, inoltre è utile al nostro interlocutore per comprendere che ha tutta la nostra attenzione.
Saper ascoltare significa anche liberarsi da pregiudizi (che invece stanno maggiormente crescendo); da vincoli (più o meno imposti) a cui rimaniamo inconsapevolmente abbarbicati; da convinzioni sparse sempre più come verità; da semplificazioni (retorica o frasi fatte).
Mentre invece ci parliamo sempre più addosso, ci chiudiamo ancora di più per evitare la realtà o il confronto con gli altri e con noi stessi (l’ascolto interiore), perdiamo il senso dell’umiltà (necessario all’ascolto); siamo sempre arroganti (portatori di verità assolute).
Se riuscissimo a "possedere il cervello degli altri" - come diceva Leonardo - riusciremmo anche a nutrire i nostri sogni, le nostre energie, le nostre idee attraverso quelle degli altri.
Tutto ciò non è sinonimo di passività, non significa rimanere sconfitti nelle proprie idee, non significa perdono incondizionato bensì è un atteggiamento che ci aiuta a verificare noi stessi e la fondatezza delle nostre idee.
Aggiungiamoci anche un pò di gentilezza (che non fà certo male di questi tempi) - non di forma - perchè è vitale per noi e gli altri essere persone educate, aperte e desiderose di apprendere e comprendere.
Chi è maleducato avrà sicuramente maggiori difficoltà nel saper ascoltare.
Purtroppo l’educazione - così come il silenzio - sembrano essere doti o capacità smarrite che possono (e devono) essere recuperate.

Secondo lo psichiatra americano William Glasser assorbiamo conoscenza attraverso la lettura (10%), l’ascolto (20%), la vista (30%), la discussione (70%), ciò che viviamo in prima persona (80%), ciò che insegniamo (95%).
Si può così comprendere che se all’ascolto combiniamo la discussione (come confronto con le opinioni altrui) attraverso la conversazione si possono ottenere i risultati migliori.
Ancor più se abbiniamo le esperienze che viviamo in prima persona.
Non solo:
Per ascoltare veramente ci vuole anche coraggio, a sentire Winston Churcill. Diceva:
"Il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi e ascoltare"
Egli è stato un uomo che sapeva effettivamente ascoltare.
A lui piaceva molto parlare in pubblico - anche in modo plateale - ma la sua cultura e la sua esperienza gli hanno permeso di comprendere il rapporto tra la parola e il coraggio.
Ma ci vuole anche amore:
"Amare vuol dire soprattutto ascoltare in silenzio" Antoine de Saint-Exupery
Questo fa pensare a certe coppie di anziani (in realtà forse sempre più rare) capaci di comprendersi e scambiarsi amore e affetto attraverso sguardi silenziosi o piccoli gesti come una carezza. Un bell'esempio di un rapporto amore-silenzio-ascolto.

Denota, infine, intelligenza e umiltà:
"Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi" Carlos Ruiz Zafòn
Ti chiederai come fare per vincere le vecchie abitudini ed imparare ad esercitare e mettere in pratica questa utile e salutare arte.
Ecco i consigli di VivereV:
E' importante esercitarsi in altri piccoli gesti che potranno diventare automatici.
E cioè:
- sforzarsi di essere attenti (non solo agli altri ma a tutto);
- porsi dei dubbi sulle cose prima di trarre conclusioni;
- non avere fretta di trarne;
- risvegliare la curiosità;
- acquisire senso dell’ironia e dell’autoironia e mettersi un pò in gioco;
- acquisire maggior leggerezza;
- guardare il nostro interlocutore negli occhi;
- incoraggiarlo ad esprimersi anche con cenni del capo o piccoli assensi a ciò che ci dice;
- dargli un feedback per rassicurarlo di aver compreso.
Prova ad esercitarti su tutti questi fronti, sono sicura che migliorerai la tua capacità di ascolto!!!
E tu: quanto sei in grado di ascoltare gli altri veramente? E te stesso?

Per iscriverti al blog e lasciare un commento
Per iscriverti alla newsletter e ricevere aggiornamenti